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Luigi’s Mansion 2 HD – “La luna nera su Nintendo Switch” (2)

Originariamente pubblicato su 3DS con il sottotitolo Dark Moon, Luigi’s Mansion 2 HD debutta su Nintendo Switch con un porting disponibile in formato fisico e digitale dal 27 giugno 2024. Scopriamo com’è nella recensione di VideogamesWire.

Potrei parlare all’infinito dell’impatto che ha avuto su di me la visione, da miope videogiocatore fanboy di PlayStation 2, totalmente vergine lato GameCube e Xbox, di Luigi’s Mansion e Splinter Cell in un negozietto di provincia che non faceva altro che titillare la mia viscerale e ancora immatura passione per questo mondo. Ricordo precisamente e con affetto il momento in cui, da neo acquirente di giochi originali che aveva scoperto quelle quattro mura in occasione dell’acquisto di Final Fantasy X il 24 maggio 2002, mi recai, di ritorno dalla villeggiatura estiva, dove ero atterrato ricco di un Pokémon Versione Zaffiro già abbondantemente archiviato, nello stesso luogo che poi diventò il posto del cuore per i tre anni successivi in cui sopravvisse per: assicurarmi (e rassicurarmi) che la mia copia di Grand Theft Auto Vice City arrivasse in tempo per il suo day one e finire poi a: posare rovinosamente gli occhi sulle due bellezze nominate poco sopra.

Fun fact: il mio compleanno cade il 5 novembre, il secondo GTA dell’era PS2 doveva uscire il 28 ottobre in tutto il mondo, o almeno così si diceva da queste parti in un’epoca dove internet non era ancora alla portata di tutti o fautore di notizie sempre veritiere, ma la distribuzione fu rimandata all’8 novembre, un venerdì. La chiamata per il ritiro della mia copia prenotata arrivò proprio nel tardo pomeriggio del mio compleanno, un martedì, e diede inizio a una lunga storia di day one rotti, infranti, stracciati, sempre alla ricerca di quella fantastica euforia in cui la novità in anteprima si tradusse nel raccontare ai furono amici, con un netto anticipo, quanto fosse figo girare su una vespa rosa nelle lande di Vice City per raggiungere la prima missione dell’avvocato della famiglia Forelli, Ken “Rosie” Rosemberg.

Ma torniamo sul discorso Luigi’s Mansion, sottolineando un aspetto in particolare che vi farà poi capire dove voglio andare a parare con questa recensione di Luigi’s Mansion 2 HD. Durante la generazione a 128bit, cominciata anzitempo con il SEGA Dreamcast nel 1999, Nintendo GameCube e Microsoft Xbox, pur non subendo la stessa, tragica fine dell’ultima macchina da gioco della casa di Sonic, furono due console molto sfortunate in termini di numeri: circa 21 milioni di unità  piazzate in tutto il mondo per la prima e circa 24 milioni di unità per la seconda. Questi numeri, ridicoli in confronto ai 155 milioni totali di PlayStation 2, che a fine generazione era già oltre la soglia dei 100 milioni, non rispecchiavano assolutamente i meriti qualitativi, tecnologici e generali delle due macchine. E la cosa era sotto gli occhi di tutti, sin dal periodo di lancio di entrambe, che fu costellato di capolavori incredibili per genio e freschezza da un punto di vista di gameplay e per sregolatezza e potenza dal lato grafico e artistico.

Di Splinter Cell magari ne parleremo in separata sede, in uno dei mille articoli che ho in mente e nelle dita per rimpolpare VideogamesWire di contenuti originali e all’altezza del mio essere, ma del primo Luigi’s Mansion, invece, ne possiamo parlare tranquillamente e giustamente su questa pagina. Il primo videogioco dedicato al fratello fifone di Mario è stato un fulmine a ciel sereno per i fan e per la costruzione dell’identità dell’universo mariesco per come lo conosciamo oggi. La serie Mario, infatti, stava subendo una grossa evoluzione, perché proprio nella generazione GameCube è andata incontro a una forte solidificazione delle basi gettate dalla casa di Kyoto sin dall’epoca del Super Nintendo: la saga di Mario non era più la semplice serie di platform con declinazioni 2D e 3D, ma stava diventando qualcosa di più, affacciandosi al genere RPG (Mario RPG, Paper Mario), a quello delle corse (Super Mario Kart), a quello degli sportivi (Mario Golf, Mario Tennis e compagnia). Con il debutto, stupefacente sotto tanti punti di vista, della console cubica, amichevolmente definita dai più “il cubetto”, Nintendo è andata ben oltre, donando un’unicità senza pari a Luigi, cucendogli addosso un’avventura plasmata intorno a un lato del suo carattere molto preciso, quello del “cacasotto” della famiglia Mario sviluppatosi proprio in quella occasione.

E fateci caso, questa identità di cui vi sto parlando, insieme a tutti gli altri mondi e derive della serie Mario, è ben riassunta, valorizzata e ampliata nel grande, grandissimo secondo debutto di Mario al cinema con Super Mario Bros. Il Film, una produzione Universal affidata alle sapienti mani di Illumination (lo studio dietro agli esilaranti bastardelli che portano il nome di Minion). Tutta questa bella storia, a parer mio, ha cominciato ad avere una direzione precisa proprio con Luigi’s Mansion.

Ma cosa aveva di così particolare questo Luigi’s Mansion? Oltre alla fantastica definizione dello spilungone partorito da Miyamoto, si intende. Luigi’s Mansion è un videogioco unico nel suo genere, perché si può tranquillamente dire che, consentitemi l’accostamento azzardato, è un leggerissimo “survival horror” a base di caccia di fantasmi, con una meccanica di cattura dei mostri presa pari pari dal mito di Ghostbuster e tradotta in un sistema di gioco divertentissimo e avvincente, condensato in un level design con un’ottica esplorativa ed enigmatica di gran gusto che non si erano mai visti prima e non si sono mai più visti nella storia dei videogiochi.

Vi basti sapere questo, insieme all’idea dell’impatto grafico strabiliante che ebbe all’epoca sugli occhi di un appassionato abituato alle non sempre avveniristiche produzioni che sbarcarono negli anni su PS2, per capire cosa vuol dire nominare Luigi’s Mansion. Ecco, Luigi’s Mansion, oggi, invece, è una serie ben avviata, che sta vivendo un momento di massimo splendore anche in termini di successo commerciale: basti pensare che per la prima volta, in modo certamente non sospetto e grazie all’enorme base installata di Nintendo Switch, Luigi’s Mansion 3 da solo ha piazzato circa 14 milioni di copie, ovvero quattro volte quello che aveva fatto il suo sognante capostipite.

Il classico sguardo da cacasotto di quello spilungone del fratello di Super Mario.

Ecco spiegato, quindi, il senso di un’operazione come quella di Luigi’s Mansion 2 HD, rifacimento in alta definizione di Luigi’s Mansion Dark Moon, gioco per Nintendo 3DS che all’epoca del suo debutto targato 2013 non portava nemmeno la numerazione e riuscì a raggiungere circa 6 milioni di utenti, il doppio dello, posso sicuramente dirlo senza timore di smentita, sfortunato primo capitolo per GameCube.

Non c’è bisogno che io stia qui a raccontarvi le gesta di un gioco con la media dell’86 su Metacritic, quindi useremo le parole della recensione di Keza MacDonald per IGN dell’epoca per capire brevemente di che pasta è fatto Luigi’s Mansion: Dark Moon:

“Luigi’s Mansion 2 è presentato in modo impeccabile, con un’attenzione eccezionale ai dettagli. Le magioni sono come diorami viventi, con piccoli dettagli anomali che attirano l’attenzione su potenziali segreti. Sono spaziose, misteriose e inquietanti, piene di segreti, botole e illusioni. Cassaforti, condotti d’aria e strane congegni rilasciano cascate di banconote verdi e monete scintillanti da risucchiare nel vuoto di Luigi. Come Super Mario 3D Land, è uno dei pochi giochi per 3DS davvero progettati per l’effetto 3D, e alzando il cursore mi sono sentito ancora più immerso nel suo mondo in miniatura.

L’unica cosa che di tanto in tanto mi ha distratto dal gioco è stata la struttura delle missioni, che sembra forzata e non necessaria. Invece di lasciarti esplorare le magioni a piacere, Luigi’s Mansion 2 le divide in livelli, con Luigi trasportato dentro e fuori dal Pixelshifter di E Gadd tra una missione e l’altra. Questo consente di introdurre varianti uniche in magioni familiari, ma disturba anche l’immersione quando vieni trascinato nel bunker proprio sul punto di una nuova scoperta. Gadd chiama anche ogni cinque minuti come un fidanzato ansioso per offrire indicazioni, specialmente nelle prime due magioni – non c’è niente come una suoneria banale per interrompere l’atmosfera spettrale.

Anche se Luigi’s Mansion è impressionantemente inventivo per la maggior parte del tempo, ci sono uno o due espedienti che vengono usati troppo. La prima volta che un simpatico Polterpup ti ruba qualcosa e ti conduce in un inseguimento attraverso un’intera magione, è inaspettato e divertente. La terza volta, non così tanto. Alcune parti del gioco si basano anche pesantemente sul giroscopio sensibile al movimento del 3DS, quindi buona fortuna a giocare su un treno.

Anche se Luigi’s Mansion 2 è un sequel, mostra Nintendo al suo meglio in termini di inventiva. È un gioco essenziale nella line-up sempre più impressionante del 3DS, e anche se a volte avrei voluto che mi lasciasse esplorare di più al mio ritmo, è comunque difficile trovare difetti in un gioco così dettagliato, coinvolgente e magistralmente realizzato.

Videogameswire